6 ago 2011

Giro del Monviso - 1° giorno (25 luglio)

Castello (1603 m) - rif. Vallanta (2450 m)

L'idea di fare questo trekking è nata ad inizio estate con Chiara che poco dopo ha coinvolto anche Antonella: ecco che dal nulla si è creato un inaspettato gruppo di camminatori. Abbiamo scelto di fare quattro tappe invece di tre per prendercela più comoda (sono pur sempre ferie!) e perché i giorni precedenti la partenza sarebbero stati piuttosto stancanti per alcuni di noi.

Ci lasciamo Torino alle spalle con un sole caldo (evento raro quest'estate)  e raggiungiamo Castello per l'ora di pranzo. Avendo stuzzicato qualcosa a Saluzzo, mangiamo solamente la frutta che sembra già molle e ci incamminiamo dal sentiero che parte dal ponte posto subito dopo il rifugio Alevè (non è proprio la partenza ufficiale). La tappa di oggi risale completamente il vallone di Vallanta: lunga valle secondaria della val Varaita, con la caratteristica forma ad U delle formazioni glaciali nella parte alta. La risalita, che dura due ore e mezza circa, è accompagnata dalla presenza rumorosa e costante del ruscello che si attraversa in più punti. Il cuore si apre insieme al vallone entrando a pianPrà dove lo sguardo ha veramente troppo paesaggio da abbracciare e ci si inizia a trovare al di sotto delle prime rocce del Re di Pietra con la loro verticalità.





Naturalmente la pioggia ci ha preso poco dopo la metà del percorso, senza impedirci di apprezzare gli altri abitanti della valle (vacche e marmotte) o i colori dei garofani selvatici.

Il rifugio Vallanta è un edificio dalle forme moderne, posizionato al limite di una conca che precede la salita al colle omonimo che attraverseremo domani. Ad accoglierci un immenso S. Bernardo dall'aria bonacciona, rimasto all'asciutto in attesa che spiova. La camerata è organizzata con letti a più piani, quasi come una serie di grattacieli.



Ma le meraviglie della montagna non sono ancora finite: durante la cena le nuvole si sono diradate ed hanno lasciato spazio ad un cielo limpido e agli stupendi colori del tramonto rivelando il Dado di Viso, il Visolotto e Punta Gastaldi. L'aria è tagliente, ma non rinunciamo a rimanere qualche minuto a naso all'insù, per poi scappare sotto le coperte.


Il racconto continua.......

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