28 apr 2010

Settimana residenziale alla scoperta dell'ambiente alpino e della vita in rifugio

PICCOLI RIFUGISTI
SETTIMANA RESIDENZIALE AL DEFFEYES
ALLA SCOPERTA DELLA VITA IN RIFUGIO E DELL’AMBIENTE ALPINO. 

3 apr 2010

Sistina – Marsaglia – Salvin

Sopralluogo per vedere le condizioni del sentiero per la gita in programma domenica prossima 11 aprile (iscrivetevi numerosi). La partenza è qualche curva dopo la fontana Sistina, per immettersi sul sentiero 3 Rifugi (3 R) lasciandolo poi per visitare la borgata di Marsaglia e raggiungendo il rifugio Salvin. La pista è sempre ben tracciata, senza difficoltà e in gran parte può definirsi una strada forestale.


Questi luoghi, oggi deserti e selvatici, offrono al camminatore attento diversi spunti di riflessione sulle attività e sull'uso che in passato si faceva del territorio, quando erano popolati almeno da aprile ad ottobre. Si attraversano diverse borgate, più o meno abbandonate, circondate da terrazzamenti che, attenuando la pendenza, consentivano la coltivazione. A volte però si incontrano ricoveri ottenuti sotto le rocce (barme) oppure edifici che utilizzano i roccioni come pareti (è il caso della cà dou magu). Tra i boschi si alternano invece betuleti, che probabilmente hanno occupato gli spazi di vecchi pascoli, e faggete in cui si possono osservare esemplari ultracentenari con diametri di grandi dimensioni. Sicuramente la faggeta è il mio bosco preferito, per l'eleganza dei tronchi lisci e grigi, ma anche per la pulizia del sottobosco soffocato dalla fitta copertura fogliare.

“Inoltrarsi in una foresta di faggi è come penetrare in una gigantesca moschea dai tronchi simili a colonne...”Alfredo Cattabiani, Florario, Mondadori

1 apr 2010

"Ok, torniamo indietro!"

Con Paolo se ne parlava dall'inizio dell'inverno: "andiamo fino al colle del Nivolet, tu con le ciaspe ed io con gli sci". Rimandando più volte domenica sarebbe stata la giornata in cui entrambi eravamo liberi e con altri amici siamo partiti alla volta di Ceresole Reale. Purtroppo le previsioni scrivevano di vento forte in montagna ed infatti già da Torino si poteva osservare la tipica "cuffia" di nuvole e neve alzata che aleggiava sopra le creste di confine. Nel tragitto in macchina abbiamo pensato ad un itinerario alternativo, più in basso, magari la Cialma che però è già stata fatta tantissime volte da Paolo. Si decide di provare ugualmente, anche perché c'era la speranza che il vento calasse. Il percorso è quello della strada che d'estate è asfaltata ed era quindi semplice e piacevole avanzare. Superate le case di Chiappilli di sopra il vento si è fatto però sempre più forte e siamo costretti ad avanzare con il cappuccio della giacca chiuso fermandoci quando le raffiche più forti facevano perdere l'equilibrio sbattendoci in faccia la neve. Alzati di quota la visuale migliorava gradualmente sia sul dolce fondovalle che sulle maestose montagne che caratterizzano il versante piemontese del Parco del Gran Paradiso e la sensazione di magia dell'alta montagna innevata cresceva dentro di me. A poco a poco sono scomparse le tracce degli escursionisti e sci alpinisti partiti prima di noi che hanno deciso di rientrare viste le condizioni. Ad una sosta, mentre io mi rendevo conto di avere metà barba ghiacciata, ci siamo interrogati sul da farsi: rendendoci conto che il colle non sarebbe stato raggiungibile, abbiamo puntato ad arrivare almeno al lago del Serrù, a cui non manca molto. Abbiamo continuato quindi, studiando bene il percorso per evitare zone potenzialmente pericolose per le valanghe (una piccola recente era visibile vicino alla strada). Alla fine uscendo in punto più aperto il vento e la neve iniziavano a farci perdere l'equilibrio e ci obbligavano a fermarci continuamente: "Ok, torniamo indietro!", non c'è bisogno di dire altro.