3 apr 2010

Sistina – Marsaglia – Salvin

Sopralluogo per vedere le condizioni del sentiero per la gita in programma domenica prossima 11 aprile (iscrivetevi numerosi). La partenza è qualche curva dopo la fontana Sistina, per immettersi sul sentiero 3 Rifugi (3 R) lasciandolo poi per visitare la borgata di Marsaglia e raggiungendo il rifugio Salvin. La pista è sempre ben tracciata, senza difficoltà e in gran parte può definirsi una strada forestale.


Questi luoghi, oggi deserti e selvatici, offrono al camminatore attento diversi spunti di riflessione sulle attività e sull'uso che in passato si faceva del territorio, quando erano popolati almeno da aprile ad ottobre. Si attraversano diverse borgate, più o meno abbandonate, circondate da terrazzamenti che, attenuando la pendenza, consentivano la coltivazione. A volte però si incontrano ricoveri ottenuti sotto le rocce (barme) oppure edifici che utilizzano i roccioni come pareti (è il caso della cà dou magu). Tra i boschi si alternano invece betuleti, che probabilmente hanno occupato gli spazi di vecchi pascoli, e faggete in cui si possono osservare esemplari ultracentenari con diametri di grandi dimensioni. Sicuramente la faggeta è il mio bosco preferito, per l'eleganza dei tronchi lisci e grigi, ma anche per la pulizia del sottobosco soffocato dalla fitta copertura fogliare.

“Inoltrarsi in una foresta di faggi è come penetrare in una gigantesca moschea dai tronchi simili a colonne...”Alfredo Cattabiani, Florario, Mondadori



La valle Tesso, a differenza delle altre valli di Lanzo, è più aperta permettendo di godere della vista della pianura fino alla collina torinese, e di ammirare il cammino serpeggiante della Stura. Rispetto alle altre valli inoltre non possiede grandi centri turistici lasciando la sensazione di essere la più selvaggia.




Uno dei vantaggi del camminare in solitaria è la probabilità più alta di incontrare qualche animale selvatico come a me è successo con due gruppi di caprioli troppo veloci per poter essere fotografati. Ho provato invece a fotografare una poiana che volteggiava sopra la mia testa, ma con scarsi risultati.

La fermata a Marsaglia è doverosa per il fatto di essere un gioiello di borgata, oggi riportata all'antico splendore, anche se sembra strano all'uomo del 2010 che in un posto così isolato potesse vivere una comunità di persone.



Da Marsaglia il percorso sale decisamente e dopo aver passato una zona di carbonaia (con tanto di pannello esplicativo, raggiunge il rifugio Salvin posto al di sopra della zona boschiva dove si aprono i pascoli estivi. Infatti i gestori possiedono il bestiame che portano da metà maggio a pascolare, da cui ottengono un ottimo formaggio. Gli stessi ieri sono stati così gentili da preparare un piatto di pasta in più per me nonostante fossero nei preparativi delle feste pasquali.





Per il ritorno ho provato a vedere come fosse la condizione del sentiero (sempre 3 R) per chiudere ad anello la mia gita. Questa scelta mi ha permesso di incontrare una bellissima volpe che non sentendomi arrivare ha continuato a puntare qualche animale ben nascosto che non sono riuscito a notare, ma una volta scopertomi, si è avvicinata un poco per osservarmi meglio, per poi scappare verso la boscaglia (l'ho incontrata nuovamente una decina di minuti più tardi).


Il sentiero però si è rivelato poco agevole perché attraversato da alcuni accumuli da valanga e, avvicinandomi al colle della forchetta, da una copertura nevosa continua poiché il versante guarda verso Nord. Per questo motivo la prossima settimana proporrò di tornare sullo stesso sentiero dell'andata. Osservando le valanghe si possono fare delle considerazioni utili per chi si muove in ambiente innevato d'inverno. La prima è che i boschi poco fitti non sono una protezione per la formazione delle slavine come ho potuto osservare dagli accumuli all'interno di alcuni betuleti.


Guardando sopra un canalone si poteva invece osservare alcune “cornici” di neve ventata sulla cresta che scende da punta Gias Vej e il distacco delle quali dev'essere stato probabilmente la causa di alcune valanghe


Nel complesso è stata una gita piacevole, che consiglio a tutti con le fioriture che nelle prossime settimane la renderanno ancora più affascinante (per ora solamente crochi e primule).

Dislivello: 350 m
Durata salita: 2,30 h
Costo accompagnamento naturalistico: 10 €

Equipaggiamento necessario: scarponcini, borraccia, giacca per la pioggia o il vento
Possibilità di mangiare presso il rifugio Salvin
Info e prenotazioni: andrea.mantelli@gmail.com, 333 7574567

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