21 nov 2009

Gias dei Laghi di Sagnasse

Gias dei Laghi di Sagnasse
Segnalo una gita interessante che ho fatto a fine ottobre con alcuni amici, ai laghi di Sagnasse, val Grande di Lanzo, con partenza dalla frazione Rivotti seguendo il sentiero balcone direzione Forno Alpi Graie.
Come già avevo apprezzato in altre occasioni anche in questo tratto il sentiero balcone è un comodo camminamento che attraversa stupende borgate, affascinanti boschi e radure, permettendo di godere di un ampio panorama. La nebbia fittissima rendeva il bosco di larici, che si attraversa all’inizio del percorso, un luogo magico in cui le diritte fustaie somigliavano alle colonne di un tempio greco. Dopo quasi due ore di cammino abbiamo girato a destra per prendere il sentiero che risale il versante e in una mezz’oretta siamo giunti presso l’alpe dei laghi.


Questo luogo merita di essere visitato non solo per la presenza dei due specchi d’acqua (che in montagna sono sempre un’ottima meta di escursioni), ma anche per visitare gli edifici degli alpeggi. La prima cosa che colpisce è  il buono stato di conservazione e recupero delle strutture che nella stagione estiva ospitano ancora le vacche. Avvicinandosi e “mettendo il naso” dentro si apprezzano le caratteristiche costruttive. Io non sono un architetto, ma il fatto che le due stalle principali abbiano un soffitto a volta costruito con pietre a secco mi sembra rilevante.
Spettacolo
Al di fuori di esse vi è invece la cisterna di raccolta delle deiezioni che vengono poi sparse a fine stagione sui prati attraverso un’ apposita via di uscita. Per continuare a ragionare sull’uso di questa porzione di territorio si osservano i vari canali scavati tutto intorno. Interessanti sono anche gli altri edifici uno dei quali con un bellissimo lato a pianta circolare e infine un ciabot con il tetto costituito da grandi blocchi di pietra che sostenuti direttamente dalle pareti opposte senza l’utilizzo di alcuna trave. Il valore di questi posti, all’apparenza selvaggi, risiede nella bellezza paesaggistica della valle, nelle emergenze naturalistiche di fauna e flora, ma anche nei segni lasciati nei secoli dal lavoro dei montanari che riuscivano a vivere su queste terre “estreme” attraverso l’uso dell’ingegno.
Sulla via del ritorno, con la nebbia che si è ritirata abbiamo potuto ancora apprezzare i vivaci colori dei larici in lontananza guardando l’imbocco del vallone di Sea.


Ringrazio quindi i miei compagni di gita con i quali abbiamo affrontato diversi contenuti naturalistici e storici ispirati dal territorio e che hanno aggiunto qualcosa al mio bagaglio di conoscenze.
Andrea

Nessun commento:

Posta un commento